Caro benzina alle porte dei ponti: 24 aprile, Autostrada A1, Milano-Napoli, stazione Masseria Est dove campeggia il marchio Q8. L’insegna della benzina servita segna 2,071 euro. La chiamano “soglia psicologica”, eppure fa male davvero.
Il ritocco dei prezzi di benzina e gasolio si deve non tanto al costo industriale del prodotto, secondo quanto spiegano dall’Unione petrolifera, che è in linea con il resto d’Europa, quanto ad una serie di fattori: tensioni internazionali, aumento del prezzo del petrolio, fermate della produzione per manutenzione di alcune raffinerie e infine accise e iva.
I prezzi della benzina risentono molto più di fattori reali che non speculativi, dicono dall’Unione petrolifera. Senza tralasciare che in Italia sul prezzo finale della benzina, oltre un euro è rappresentato da accise e iva.
Se si pensa che l’elevato livello delle imposte sui carburanti, le accise, che concorrono per il 70% a formare il prezzo della benzina in Italia, agisce da moltiplicatore di ogni minimo aumento della prezzo del prodotto; quando sembra sempre che sia veloce ad aumentare, ogni volta che un evento geopolitico si ripercuote sul prezzo del greggio, e lenta a scendere quando le cose si calmano.
Tanto più quando capiamo che maggiori costi di trasporto significano maggiori costi per le merci che ci interessano di più, in particolare gli alimentari. Il costo dello smartphone è poco sensibile all’aumento della benzina, ma quello della frutta al supermercato lo è, eccome.
Tanto più quando si pensa che potrebbe aumentare ancora e ancora.
Per il bene del Paese, ci auguriamo che questo governo trovi il coraggio e l’intelligenza per risolvere il problema del caro benzina diminuendo le accise.
Nel frattempo, quando possiamo, lasciamo la macchina nel garage e usiamo la videoconferenza SkyMeeting per comunicare e collaborare a distanza con colleghi, partner e clienti.